Che la destra italiana sia tra le peggiori destre europee è difficilmente confutabile. L'infinito penzolare tra nostalgismo e xenofobia, tra tradizionalismo e liberismo, ha consentito a Salvini, Meloni e roba varia di governare in molti territori d'Italia e di avere un numero di grandi elettori mai così alto nella storia della Repubblica.
Eppure la destra non è stata capace di proporre un solo nome decente per il Quirinale e si è avvitata su se stessa, nonostante avesse di fronte un nano politico come Renzi, un Partito Democratico immobilizzato dalle correnti e un MoVimento 5 Stelle ridotto ai minimi termini.
Dopo l'avvitamento è giunta la deflagrazione: il "centrodestra" (che di centro ha davvero poco, visto che la Lega e Fratelli d'Italia sono nettamente la componente maggioritaria della coalizione) non esiste più. A dirlo non è un vecchio comunista, ma la stessa Meloni, la quale ha dimostrato di essere tutt'altro che una volpe politica, visto che le hanno messo e sottratto candidature sotto gli occhi senza che la pasionaria della Garbatella se ne accorgesse.
La rielezione di Mattarella è stata la prova definitiva dell'incapacità politica di quello schieramento: nonostante i numeri mai così alti, nonostante avversari tutt'altro che in forma, la destra ha fallito ogni prova.
Ed è delizioso, per chi fortunatamente vive dall'altra parte della barricata rispetto a questi nazional-sovranisti in salsa liberista, anche se a sinistra ci sono macerie ormai antiche, constatare come quello schieramento stia realizzando una splendida vajassata, come si direbbe a Napoli. Volano gli stracci, signori.
Mentre sul volto della Meloni si alternano il paonazzo e il blu tenebra, mentre Salvini blatera di una federazione all'americana della destra, mentre Forza Italia e i centristi continuano palesemente a flirtare con Renzi, Calenda e robetta varia, i capigruppo della Lega alla Camera e al Senato emettono la sentenza definitiva:
"C’è chi ha voluto tradire e distruggere il centrodestra? Noi lo ricostruiremo più forte di prima, ma senza trasformisti dell’ultim’ora ed estremisti legati a ideologie sconfitte dalla Storia che antepongono vittorie di Pirro al bene comune".
In poche parole: basta con i Toti, ma basta anche coi fascisti come Meloni. Lo dicono loro, non noi. Ed è tutto fantastico.
Ora. L'esperienza dovrebbe spingerci a non dare mai per sconfitta definitivamente quella coalizione e lo stato dell'arte all'interno della sinistra, sia di quella legata interessata a un "campo progressista" con le forze di centro, sia quella che vuole invece realizzare una unità delle forze di sinistra, non possono dare adito a grandi ottimismi.
Loro, quelli là, i destri, stanno semplicemente dimostrando plasticamente ciò che abbiamo sempre sostenuto: sono totalmente incapaci. In passato, però, si sono rimangiati tutto: potrebbero fare lo stesso anche questa volta.
Nessun commento:
Posta un commento